Oggi mattina ho letto nei giornali che è 11 marzo, un giorno che dal 2004 è diventato speciale e doloroso per molti (tutti) spagnoli. Diversi bombi hanno esplodato nei treni pendolari intorno a Madrid. Il resultato: 191 morti, più di 1,000 feriti e un paese in shock.
Veramente ricordo perfettamente cosa facevo il 11 marzo di 2004: ero nel primo viaggio di lavoro a Francforte. Mentre mi preparavo per la riunione, ho visto nella TV le prime informazioni sulle bombe ma non ho riuscito a capire molto bene cosa è successa. Poi, sono andato in riunione e non ne ho pensato più. Quando sono ritornato alla camera dell'albergo, ho capito veramente cosa è accaduta. Ho visto anche telefonate dei amici, perchè una delle bombe era in un treno da Guadalajara, il treno che prendevo ogni giorno per andare all'università da 1996 a 2000. Non è facile chiamare a un'amica per facerla sapere che sei bene e non morto o ferito.
Anche il resultati dell'elezioni di 13 marzo di 2004 è venuto influito dall'attentato, ma chi non mi piace molto dire più. Penso che i terroristi non hanno diritto a dire quando si possono fare elezioni nel mio paese e guardo anche un gran rispetto per i voti degli spagnoli. Quindi, non credo in cospirazioni o in elezioni sotto paura, ma credo in un paese responsabile che purtroppo sa come vivere con il terrorismo. Per conclure con questo, ho guardato nella TV tedesca comme Arnaldo Otegui ha parlato degli attentati la sera di 11 marzo e ho visto l'orrore nella sua faccia.
Penso che la società spagnola ha come tarea più importante non dimenticare tutti quegli il cui mondo è cambiato il 11 marzo 2004. La polizia ha fatto il suo lavoro, anche la justizia, e portare questo sull'arena politica non approffita nessuno. Le vittime, però, meritano tutta nostra attenzione e, a volte, penso che siano dimenticate molto facilmente.
Ogni volta che vedo le imagine, cinque minuti fa, per esempio, gli occhi vogliono piangere e il mio cuore soffre, soffre con le vittime innocenti dei terroristi. È il nostro dovere di estare con loro, con tutti, perchè il suo dolore è molto grande per sopportarlo senza noi.
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